Aspettava che Hagrid lo precedesse, ma il gigante non si mosse di un passo, fece un respiro profondo e sillabò: <Chi ha voglia di trovare ‘qualcosa’, deve seguire i ragni. Questo lo porterà sulla pista giusta. è tutto quello che ho da dire.>
(J.K. Rowling)
Ho seguito il consiglio di Hagrid, seppur con lo sconto di due zampe, e ho pedinato formiche anzichè ragni per trovare qualcosa di molto importante: la cocciniglia!

Avevo già notato il legame fra formiche e afidi, e ho scoperto che è proprio un sistema di allevamento. Le formiche si nutrono della melata, una sostanza zuccherina che gli afidi producono dopo essersi nutriti della linfa di steli e germogli, in cambio proteggono i piccoli insetti dai predatori e ne conservano le uova d’inverno nei loro nidi.
Con la cocciniglia c’è una relazione simile, anche in questo caso il prodotto di scambio è la melata, ma il baratto è differente, a differenza degli afidi che si riproducono per partenogenesi e depositano uova solo per lo svernamento, la cocciniglia è per lo più ovipara, cela le uova sotto una coltre di cera o di lacca e l’esemplare adulto una volta scelto un punto dello stelo in cui iniziare la deposizione non si sposta più. Ecco allora che le formiche si occupano dei piccoli portandoli all’ombra della lamina inferiore delle foglie, e scacciano i predatori e gli intrusi (come me medesima).
E tu che Cocciniglia hai?
Non so tu ma io ne ho affrontate di diversi tipi e fogge. Ci sono le cocciniglie farinose (Pseudococcidae Heymons) che approfittano dell’anatomia di alcune piante adatta a offrire nascondigli, per esempio alla base delle foglie o alla base del fusto, basta un po’ troppa umidità e distrazione ed eccola: compare la lanuggine bianca. A me è capitato con Clivia, Baucarnia, orchideee varie, e devo dire che è la cocciniglia più insidiosa da eliminare perché si infila laddove è difficile stanarla senza rovinare la pianta.

Ho avuto anche la cocciniglia mezzo grano di pepe (Saissetia oleae) ma non ho avuto la prontezza di fotografarla, ti propongo la foto di Wikipedia. Era sul nocciolo contorto, che ha una corteccia liscia e scura, così all’inizio pensavo fosse corteccia bugnosa o forse un tipo d galla, poi come m’è solito fare ho toccato uno di questi gnocchi per capire meglio e si è staccato, rivelandomi questa creatura sconosciuta. A differenza delle altre queste cocciniglie si proteggono con uno scudo rigido, fatto da una specie di lacca.

Quella con cui combatto maggiormente è la cocciniglia cotonosa (Icerya purchasi) che ha preso di mira i miei agrumi. Sembra facile da individuare, più del mezzo grano di pepe sicuramente, ma in verità sceglie molto bene i punti in cui ancorarsi e devo sempre dedicare diverso tempo all’osservazione per stanarle tutte.

Ecco perché ho cominciato a seguire le formiche! Facendo loro la spola fra esemplari adulti e neanidi mi è bastato osservare i loro tragitti per stanare gli uni e le altre. Lo so a leggerlo pare una cosa brutta, caccia spietata a poveri innocenti, ma nel mio piccolo ecosistema cerco di mantenere un equilibrio e certi parassiti li devo ridurre per non far morire le piante.

Rosso cocciniglia
Scusa sai, ma con la passione che ho per il tema del colore non potevo risparmiarti una chicca in proposito: sai perché la tonalità di rosso primario si chiama Carminio? Esatto, proprio per lei, la cocciniglia del carminio (Dactylopius coccus). Non ho foto perché non l’ho mai incontrata ma nei miei studi l’ho incontrata spessissimo. Il pigmento si estrae dagli adulti essiccati e si usa nell’industria alimentare, un tempo era usato anche per tingere tessuti e per dipingere, puoi immaginare perché il rosso costasse così caro.
Niente foto nemmeno per la Kerria lacca, la cocciniglia da cui si estrae la ceralacca, te le lascio un po’ avvolte nel mistero, creature che passano dall’essere infestanti all’essere preziose sempre e solo in base al tornaconto dell’Homo sapiens, il che va bene fino a che siamo parte dello stesso ecosistema e giochiamo ad armi pari.
Come contengo la cocciniglia
Nel mio tentativo di duellare onestamente, oltre alla rimozione manuale degli individui e delle uova mi aiuto con diversi prodotti che aiutano a tenere lontani gli insetti meno graditi o a ridurne la popolazione. Faccio anche conto sulle mie alleate coccinelle così cerco di evitare prodotti che danneggino anche loro o gli impollinatori
Ho avuto buoni risultati con gli afidi usando un decotto di aglio (una testa per mezzo litro d’acqua), ma non ha per nulla un buon profumo, quindi meglio darlo la sera, e comunque non mi aiuta con le cocciniglie. La loro quasi totale immobilità le rende vulnerabili, così si dotano di scudi di cera o lacca che le proteggono dagli agenti esterni. Essendo corazze liposolubili il decotto non ha alcun effetto, ma anche molti degli insetticidi o antiparassitari che puoi acquistare hanno questo limite, infatti i trattamenti sarebbero da ripetere a distanza di 15 giorni perché col primo elimini gli esemplari giovani ma non le madri in cova, col secondo raggiungi i nuovi nati.
In genere coltivare piante che producono antiparassitari e antibatterici ti garantisce di avere a disposizione le loro armi biologiche anche per le colture vicine, ma ne parliamo un’altra volta se ti va.

Un altro rimedio che sto sperimentando è l’olio di Neem con sapone molle, serve proprio per avere un’azione liposolubile sulle corazze delle cocciniglie, e lo trovo molto comodo soprattutto per quelle farinose che insinuano la mia Clivia. Lo trovi sia da solo che già in miscela, è solo una questione di costo e comodità.
Ecco ora aspetto da te qualche consiglio o qualche pozione magica, ti ricordo che se vuoi c’è uno spazio dove possiamo confrontarci ‘chiacchierando’ per scambiarci domande, consigli e scoperte, si chiama ‘Chicchere e Chiacchiere’, qui invece torno il 18 del prossimo mese, ti aspetto.
